Quando si consultano gli annunci immobiliari spesso capita di imbattersi nella dicitura “appartamento ammobiliato” o “casa già arredata”.
Dal momento che difficilmente si trovano altri particolari sul tipo di mobilio presente, viene spontanea la domanda “Cosa si intende per vendita di una casa arredata?” o “Qual è il mobilio minimo necessario per definire una casa in vendita arredata?”
In realtà, non ci sono particolari obblighi nella normativa di riferimento che indichino, in modo chiaro e inequivocabile, tutti gli elementi indispensabili affinché un appartamento possa essere definito ammobiliato, pertanto a prevalere in questi casi è il buon senso e la prassi.
In linea generica, tuttavia, una casa arredata dovrebbe contenere tutti gli elementi necessari affinché il nuovo proprietario possa iniziare a viverci da subito. Vediamo insieme quali sono e come influiscono sul prezzo dell’immobile.
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Vendita appartamento ammobiliato: gli elementi indispensabili e gli accessori
Come accennato sopra, per quanto non esistano particolari obblighi per definire un appartamento ammobiliato (parzialmente o totalmente), il buon senso e la consuetudine vogliono che nella dicitura “casa arredata” rientri tutto il mobilio necessario a rendere l’abitazione vivibile da subito.
Ad esempio, sono complementi d’arredo indispensabili: la cucina con gli elettrodomestici base (forno, piano cottura, frigo), tavolo, sedie, letti e armadi. Esiste, invece, una certa arbitrarietà su altri tipi di elettrodomestici come lavastoviglie, lavatrice, televisore e sul mobilio non indispensabile come: divani, materassi, cuscini, mobili da bagno,librerie, scarpiere, ecc… che vengono spesso considerati come “effetti personali” del venditore.
In generale c’è una profonda differenza, che naturalmente incide sul prezzo definitivo dell’immobile, tra vendere un appartamento arredato con l’arredo minimo necessario o dotare la casa di tutti gli elementi che la rendono un posto piacevole da abitare fin da subito.
Alcuni proprietari, infatti, decidono di vendere casa dopo averla arredata totalmente, ad esempio appendendo quadri alla pareti, mettendo le tende, comprendendo nel prezzo della casa anche beni mobili quali televisione, forno a microonde e aspirapolvere. In questi casi non si parla più semplicemente di casa arredata ma di appartamento accessoriato.
In ogni caso, quello che conta veramente nel caso della vendita di un appartamento già ammobiliato è che le due parti giungano a un accordo, formalmente sottoscritto nell’atto di compravendita o nel compromesso, in cui vengono elencati dettagliatamente gli arredi in dotazione con la vendita dell’immobile.
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Come cambia il prezzo di vendita di una casa arredata?
È evidente che vendere una casa arredata comporta alcuni vantaggi: innanzitutto un appartamento ammobiliato può essere venduto o affittato a un prezzo maggiore e in secondo luogo, in linea teorica e a parità di condizioni, è possibile vendere casa più velocemente se l’immobile è già pronto per essere abitato rispetto a uno vuoto.
Ma come viene calcolato il valore del mobilio di una casa già arredata? Anche in questo caso non esistono regole universali e il valore degli immobili viene stabilito dal venditore.
Per dare una stima, mediamente un arredamento classico è valutato di più rispetto allo stile minimale moderno, naturalmente a meno che non siano presenti oggetti ricercati e di design, come letti dalle forme particolari e altri complementi d’arredo fatti per stupire oltre che per l’aspetto funzionale.
Anche lo stile rustico ha generalmente un valore elevato, per via dei legni pregiati di cui sono fatti i mobili rustici (come noce, ebano, ciliegio, ecc…). Altra cosa da considerare è la quantità e la qualità degli elettrodomestici e degli altri accessori presenti.
Tuttavia, da parte del venditore è consigliabile non intestardirsi sull’obbligo di vendere anche i mobili insieme alla casa. L’acquirente, infatti, potrebbe essere interessato all’acquisto dell’immobile ma non essere disposto a pagare un sovraprezzo per un arredamento che non ha scelto e che magari non è di suo gusto.
L’atteggiamento più indicato, a nostro avviso, è quello di stabilire un prezzo per la casa e un eventuale costo aggiuntivo per i mobili. L’acquirente, in questo caso, non si vedrà costretto ad acquistare il mobilio, ma percepirà la presenza dell’arredo come un valore aggiunto, favorendo così la conclusione della compravendita.
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Vendita casa arredata: vantaggi e svantaggi
Molti venditori sono convinti che chi vuole acquistare casa la cerchi già arredata e che l’acquirente sia disposto a spendere di più per un appartamento ammobiliato. In realtà spesso non è così.
Vendere una casa già arredata è molto spesso un vantaggio per il venditore: ad esempio se si tratta di un immobile ereditato, se ha la necessità di trasferirsi in una casa più piccola o se non vuole addossarsi i costi di un trasloco.
Tuttavia, non sempre l’acquirente sta cercando un appartamento ammobiliato, soprattutto se vuole acquistare casa per andarci a vivere come residenza principale. In questo caso, infatti, è probabile che chi compra casa voglia scegliere i mobili secondo il proprio gusto, perché dovrà passare molto tempo fra quegli arredi.
Diverso è il caso in cui si acquista una seconda casa per utilizzarla come casa vacanza o come investimento (ad esempio per affittarla). In questa circostanza è infatti molto probabile che l’acquirente abbia interesse nell’acquistare anche i mobili per evitare di perdere tempo e denaro in ulteriori spese per l’arredamento o il trasloco.
Un’altra situazione vantaggiosa è quella in cui si vuole affittare un appartamento ammobiliato, in questo caso il canone sarà sicuramente più alto di quello di un’abitazione vuota. La maggior parte dei locatari, infatti, cerca una casa già arredata perché in genere si tratta di una situazione provvisoria e non ha interesse nello spendere denaro se i mobili presenti sono in buone condizioni, soprattutto in vista di un futuro trasloco.
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