Hai deciso di acquistare una casa, ma vuoi avere il quadro completo della spese che dovrai affrontare nel tempo? In alternativa, stai per ricevere un immobile come donazione o in eredità e ti interessa capire qual è la tassa sulla prima casa e se hai diritto a qualche agevolazione? Sappi che – se ne entri in possesso tramite acquisto, successione o semplice donazione – se l’immobile è considerato prima casa, le regole da seguire per le tasse annuali sono le stesse.
Prima di fare il “grande passo”, ovvero procedere con l’acquisto della prima casa, è importante conoscere tutte le spese relative non solo alla compravendita, ma anche quelle periodiche.
E, a proposito di spese, scopri con noi cosa sono Tasi e Imu, quando e come si devono corrispondere e – soprattutto – come si calcolano.
Infine faremo chiarezza su quali tasse si pagano per la prima casa, le eventuali agevolazioni a cui avresti diritto e tutti i dettagli che hai bisogno di conoscere per arrivare il più preparato possibile all’acquisto, alla luce dei più recenti cambiamenti avvenuti quest’anno.
Indice degli argomenti
Spese acquisto prima casa
Innanzitutto, è necessario distinguere tra le tasse dovute solamente una tantum, ovvero al momento della compravendita, e quelle da corrispondersi annualmente al Comune.
Le tasse periodiche sono invece l’Imu e la Tasi. L’Imu riguarda l’immobile in sé mentre la Tasi è collegata ai servizi del Comune dedicati alle proprietà immobiliari (come illuminazione, strade, impianti fognari etc… ).
Ma quale tassa si paga per la prima casa? Esistono delle agevolazioni ma è necessario rispettare delle condizioni precise, scoprile nel prossimo paragrafo.
Da leggere: quali sono le spese per l’acquisto della prima casa
Prima casa: quali sono i requisiti da rispettare
In primo luogo, bisogna chiarire cosa lo stato intenda come “prima casa”. Iniziamo a dire che si tratta della prima abitazione di cui entra in possesso una persona.
Perché si possano ottenere le agevolazioni relative, però, è necessario rispettare le seguenti condizioni, ovvero che:
- l’acquirente sia una persona e non un’impresa
- l’acquirente abbia – o stabilisca entro 18 mesi dall’acquisto – la propria residenza nel territorio del Comune dell’immobile
- l’acquirente non usufruisca delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa su un altro immobile in tutto il territorio nazionale.
- l’acquirente non sia titolare, esclusivo o in comunione col coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione, su altra casa nel territorio del Comune dove si trova l’immobile oggetto dell’acquisto agevolato
- l’immobile sia residenziale e non di categoria catastale A1 (abitazioni di tipo signorile) A8 (abitazioni in ville) A9 (castelli e palazzi di eminenti pregi artistici e storici).
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Agevolazioni prima casa: cosa è cambiato da quest’anno?
Una volta certi di rispettare i requisiti sopracitati, cominciamo col confermarti che esiste una tassazione agevolata per le abitazioni principali.
Se già dal 2014, l’Imu veniva richiesta solo sulle seconde case, dal 2020 sono stati messi in atto degli ulteriori cambiamenti e Imu e Tasi sono state accorpate dando luogo alla nuova Imu 2020, che le racchiude entrambe.
La buona notizia è che se prima la Tasi gravava invece anche sulle prime case, con la sua cancellazione e sostituzione con l’Imu 2020, verrà richiesta solamente per le seconde case o per quelle che non rispettano i requisiti elencati ai punti sopra.
Confermiamo quindi che il carico fiscale sulle prime case da quest’anno si alleggerisce ulteriormente. E se non si tratta di prima casa, come calcolare la nuova Imu 2020?
Calcolo Imu 2020
Per quanto riguarda la nuova Imu, a parte l’aumento dell’aliquota variabile di cui parleremo in seguito, le regole sono rimaste invariate rispetto agli scorsi anni.
Partendo dalla rendita catastale, sarà necessario rivalutarla del 5% e moltiplicare il risultato ottenuto per il coefficiente di ogni immobile per il quale è necessario effettuare i versamenti. Infine moltiplicare ulteriormente la cifra per le aliquote deliberate da ogni singolo Comune.
Esistono due tipi di aliquote: quella variabile e quella ordinaria.
La variabile riguarda la seconda casa e altri tipi di proprietà. Normalmente fissata allo 0,76%, da quest’anno è pari allo 0,86%, tuttavia esiste la possibilità che i Comuni – tramite deliberazioni del consiglio comunale – la aumentino fino all’1,06% o la diminuiscano fino all’azzeramento.
L’aliquota ordinaria è invece l’imposta per l’abitazione principale di lusso e per le relative pertinenze. In generale, è dello 0,4% ma, come per l’aliquota variabile, i singoli Comuni hanno facoltà di modificarla.
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Quando vanno corrisposte e come effettuare i pagamenti
L’Imu 2020 andrà pagata, come sempre, in due rate. Nonostante l’emergenza coronavirus, le scadenze sono rimaste invariate anche quest’anno. L’acconto dovrà essere versato difatti entro il 16 giugno 2020, mentre la seconda rata (o saldo) andrà corrisposta entro il 16 dicembre 2020.
Infine, per effettuare i pagamenti esistono tre possibilità: utilizzare il modello F24 (reperibile alle Poste o negli sportelli bancari), attraverso commercialisti o consulenti fiscali o – in ultimo – online sul sito dell’Agenzia delle Entrate, delle Poste Italiane o della propria banca.
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